
Così come a Parigi si cerca di scorgere con lo sguardo la Torre Eiffel, a Torino è la Mole Antonelliana che svetta davanti ai tuoi occhi. Hanno tante similitudini queste due città, anche se la pianta urbanistica torinese precede storicamente quella parigina.
Però vi starete chiedendo, che c’entra Torino, con i miei giri nella riviera di Ponente? Perché è da qui che tutto nacque. Infatti è in questa splendida città che io fui concepita ed è anche per questo che io vi sono molto legata.

Ho ricordi indelebili di quando, fin da bambini e da ragazzi, i miei genitori ci portavano a trovare i nonni ed i parenti in città. Noi, ormai cittadini liguri dalla nascita, andavamo nella grande città per fare visita alla parentela, che il più delle volte, ahimè, era già di una certa età.

I nonni sono dispensatori di verità ed esperienza, ma quando siamo giovani difficilmente riusciamo ad apprezzare del tutto la loro compagnia. Solo più avanti comprendiamo quanto in realtà siano stati importanti per la nostra crescita 💗


Il 2 gennaio ho fatto due passi all’interno del Parco della Pellerina, il più grande parco cittadino della città, situato a ovest, è attraversato dalla Dora Riparia e ha al suo interno alberi ad alto fusto e due laghetti.
È frequentato da tutti i torinesi e non che desiderano passeggiare all’aria aperta, andare in bicicletta o portare il proprio cane a scorrazzare liberamente.
Certo in questo periodo la natura è nascosta, sotto un leggero strato di ghiaccio e colori che vanno dai toni del marrone scuro fino al nero.

Nel momento in cui dico alle persone che sono di origine piemontese, subito dall’altra parte arriva in coro il solito “piemontese, falso e cortese” 😱. Io sarò di parte, ma posso assicurare che nulla è più falso, o almeno in parte. Sì, perché la cortesia c’è, ed anche tanta, forse per questo motivo viene presa a torto per falsità.

Per esempio, qui esiste una vera tradizione dei bar caffetteria gelateria, dove si viene sempre accolti in maniera impeccabile da camerieri rigorosamente in divisa 😊 ADOROOOOOOO!!! E la scelta di croissants e pasticcini è ampia ed invitante: non potevo farmi mancare una buonissima brioche al gianduia! 😜

Il 3 gennaio sono andata, con un gruppo di amici, a visitare il Museo Pietro Micca, che consiglio a tutti, anche perché il suo prezzo è davvero irrisorio, solamente 3 euro.
Siamo stati molto fortunati, poiché la nostra guida, Massimo Cagliano, è stato un oratore esaustivo e divertente, che ci ha appassionato ai racconti della Torino del 1700.
Il centro storico della città così come lo vediamo adesso, è come si presentava nel XVIII SEC., se non per minime differenze. I muri della cittadella militare, sono rimasti intatti solo nel tratto vicino a Corso G. Ferraris, dove è ubicato il Museo di Artiglieria.
Pietro Micca fu una persona comune, che con il suo gesto eroico, riuscì ad impedire all’esercito francese di irrompere nei sotterranei, durante l’assedio dell’agosto del 1706. Una curiosità che ho appena letto su di lui: tra i suoi commilitoni veniva chiamato “passepartout” 😀 curioso, molto curioso 😉

Questo il punto esatto dove il corpo di Pietro Micca sembra essere stato catapultato, dopo l’esplosione che lui stesso provocò per fermare i francesi. Attraversare i sotterranei, di cui peraltro Torino è piena, mi ha fatto molto emozionare e mi ha riportato indietro nel tempo, dove, altroché smartphone e connessione, era già tanto se si poteva disporre della luce fioca delle candele (è molto buio e stretto là sotto! Vi consiglio scarpe comode e di abbassare bene la testa 😉)
Al contrario della parte sotterranea, in superficie, la modernità la fà da padrone, in particolare nella stazione di Porta Susa, che non avendola ancora vista, mi ha lasciato senza parole.

Il 4 gennaio, accompagnata da amici deliziosi, sono arrivata fin sù, alla Basilica di Superga. La si può vedere attraversando Corso Vittorio Emanuele, guardando verso la collina a nord est. Fu il re Vittorio Amedeo II, che facendo un voto alla Vergine Maria, decise di farla costruire nel caso in cui i francesi fossero stati sconfitti: così fu infatti nel 1706. La prima pietra venne posata solo nel luglio del 1717, ad opera del grande Filippo Juvarra.
Non si può parlare di Superga e non citare la data del 4 maggio 1949, quando tutta la squadra, dirigenti, accompagnatori e giornalisti del Torino, persero la vita durante uno schianto aereo contro un versante della collina. Ancora oggi il 4 maggio viene celebrata una messa solenne, in onore delle vittime della squadra vanto nazionale dell’epoca.
Posso immaginare che magari qualche juventino alla lettura, possa dissentire per le foto, ma la tragedia del “Grande Torino” è ricordata come un triste pezzo di storia del calcio che va al di là della semplice tifoseria.
Durante la giornata bisogna pur mangiare e quindi perché spostarsi, dato che sono già le 2,30 del pomeriggio? 😨😀 Così abbiamo fatto una sosta nel ristorante all’interno della Basilica, a fianco della parte che ospita le tombe dei Reali di Savoia.
Un pranzo in pieno stile piemontese: tonno di coniglio, vitello tonnato, flan di peperoni e riso mantecato al Barolo gratinato al formaggio, sovracosce di carne e per finire tris di dolci, tutto cucinato secondo le ricette dell’Ottocento. Ah, non poteva mancare una bella bottiglia di Dolcetto! 😉

Si torna in centro, elegante e luminoso come è sempre stampato nella mia memoria.
Questa volta vi lascio solo tre fotine di moda (ne avrei fatte molte di più, ma perdevo il treno! 😊). Lo sapete che il giallo sarà uno dei colori must della prossima stagione? 😉
È inutile dire che sono innamorata di questa città, forse perché abitando in una località di mare, devo avere sempre i miei punti dì riferimento, il mare e la collina. Qui il mare non c’è, ma al suo posto c’è la montagna 😊 e con la sua pianta romana a Torino è difficile perdersi.


E voi, quali punti di riferimento avete? 😊
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