A spasso con una bionda

Ormai l’inverno è arrivato, in maniera anche parecchio prepotente. I miei spostamenti si devono limitare, altrimenti corro il rischio di prendermi un bel malanno! A quarant’anni basta un po’ d’aria per ritrovarsi con il torcicollo o il mal di gola. Poi non sono mica una fotomodella che deve fare le foto per lavoro! 😉 Ho pensato così di creare la rubrica “Racconti Invernisti”, che raccoglierà i miei racconti intimisti durante l’inverno. Può essere che mi verrà voglia di creare anche la versione estiva, ma per inventare una crasi tra “estate” e “intimisti”,  mi devo ancora attrezzare 😉

Non per andare controcorrente, ma il mese di dicembre non è tra i miei preferiti.

In questo mese, negli anni passati, mi sono trovata a trascorrere diversi giorni in ospedale, come paziente e come parente di paziente (scusate le rime). Quindi, i ricordi non sono dei più felici.  Anzi sono di quelli che vorresti non riaffiorassero più, ma spesso fanno capolino uscendo dall’inconscio più profondo e così faranno per tutta la vita.

D’altro canto, l’atmosfera che si respira durante il periodo natalizio, mi infonde sempre una grande gioia e positività.

Tutto nell’aria sembra parlare di Amore e Fratellanza, cominciando dalla radio. Amo il Natale anche quando comincio a sentire delle campanelle suonare e sò per certo, che “All I want for Christmas is You” sarà la canzone trasmessa ed anche se la sò a memoria, penso che “però Mariah ha davvero una bella voce”  e mi ritrovo a cantarla a squarciagola. Alla pari di “Last Christmas”,  che altroché a memoria, riesco quasi a fare tutti i sospiri di George Michael, che amo, oltre per la sua fantastica voce, anche perché è stato parte della colonna sonora della mia vita. 💙

L’albero di Natale ha sempre il suo fascino

Amo il Natale anche quando incontro persone che magari non vedo da tempo e a fatica mi salutano, ma i giorni precedenti al Natale sembra facciano a gara per augurarti Buone Feste.

Amo il Natale, con tutte le sue luci, le sue musichette ed i suoi addobbi sparsi in ogni dove. Mi piace vedere le facciate delle case illuminate, un po’ meno i Babbi Natale in arrampicata 😉

Il Natale, penso un po’ a tutti ed anche a chi come me non ha figli, ti fà tornare bambino, quando l’unica preoccupazione che avevi era la speranza che Babbo Natale avesse capito bene le richieste scritte nella letterina (una volta era così…💓)

Quando sei un bambino, il mondo appare o almeno così dovrebbe essere, un luogo sicuro, dove le persone ti amano in modo incondizionato e innocente. Ci si trova in una zona di comfort (per dirla in inglese “comfort zone”), che poi nel prosieguo della vita, cambierà forma e contorni.

Da adulti, la comfort zone è qualcosa di soggettivo per ognuno di noi. Per esempio, avete presente quando dal dentista sentite pronunciare la frase “prenda il martelletto” o “le passo la fresa”? (frasi peraltro sentite proprio ieri… Managggg 😨) E tu cominci a sudare freddo al pensiero che quegli attrezzi saranno usati contro di te? Ecco, questa è proprio la sensazione opposta a quella che si prova nella zona di comfort 😁

A parte gli scherzi, ognuno di noi si sente completamente a suo agio nelle proprie abitudini e convinzioni, oltre le quali si ha paura di andare. Infatti questa “zona”, nonostante il nome di connotazione positiva, non è altro che un muro di cinta che ci creiamo per proteggerci dai cambiamenti, durante i quali non sappiamo come comportarci.

Non voglio addentrarmi ancora in questo argomento, perché non ho i mezzi per farlo, sebbene mi abbia sempre affascinato il mondo della psicologia e dell’animo umano.

Per tornare con i piedi per terra, vi posso dire che nella mia vita parecchie volte mi sono trovata a dover affrontare dei cambiamenti, alcuni voluti ed alcuni improvvisi e non voluti. In entrambi i casi non è stato facile, è come aver dovuto ricostruire mattone per mattone, il mio muro di cinta, fatto delle piccole cose quotidiane che aiutano tutti noi a sentirci al sicuro.

Ad Andora io mi sento “al sicuro” 😊sarà perché ci ho vissuto tutta una vita.

Sabato scorso infatti ero qui. Sono venuta a vedere il concorso di “Miss Inverno 2017”, concorso locale che elegge la reginetta d’Inverno appunto.

Prima del concorso ho fatto una sosta al caldo in uno dei bar / caffetteria storici di Andora. Il Caffè Doria è un’istituzione qui: da sempre luogo di ritrovo per un semplice caffè o per una lussuriosa coppa gelato. Con il mio outfit mi sentivo in completa simbiosi con l’ambiente.

A me diverte cambiare look a seconda dell’umore e del luogo dove mi reco, peccato che a volte non lo faccio a seconda del tempo, perché sabato faceva veramente taaaaanto freddo ed io non ero abbastanza coperta.

Per il mio outfit di sabato : 
cominciando a vestirmi, mi sono resa conto alla fine che avevo un look quasi monocromatico. Se mi state seguendo, avete già capito che adoro tutti i toni del bordeaux / viola / rosso scuro (il rosso è un colore che apprezziamo di più in età matura😉). Sotto avevo un maglioncino rosa abbinato ad una pantagonna color vino, di Olly Doo, marca Made in Italy acquistabile su Qvc. Di un tessuto confortevole e abbastanza caldo. Il bello è proprio che dà l'impressione di indossare una gonna ma siamo in pantaloni! Ho messo un collant consistente in tono. Scarpe le mie Chie Mihara 😉 Sopra il cappotto color bordeaux di Caterina Lancini, sempre su Qvc e sempre della famiglia della pantagonna. Un cappotto che ricorda tempi lontani e sicuramente dà un tocco bon ton all'intero outfit. Ricco di dettagli, a cominciare dalle rouches in raso, che adornano i polsi ed il collo, per finire con il bottone gioiello che dà luce al volto. Non si può stare di certo senza sciarpa (di Annacristy Milano) e cappello (basco morbidoso e caldo comprato alle bancarelle), naturalmente tutto in tono, come anche la borsa di Save My Bag. 

E a voi piace il Natale e dove vi trovate a vostro agio? 😊😉